Allenarsi al freddo. E al gelo
E freddo sia. Ci risiamo.
La storia si ripete. Come ogni inverno.
E la vestizione per gli allenamenti in bici diviene una cerimonia. Nel caso mio una barzelletta.
Anche se chi mi attende con la gamba scalpitante non ride molto. A dura prova la sua pazienza.
Ogni passo avanti mi cade un pezzo. Mi sento Pollicino.
Un guanto. Gli occhiali. Un copriscarpe. Ok ci siamo. Part…oh no, ho dimenticato il sottocasco!
Il freddo non perdona in questo periodo. Meglio tornare indietro a recuperarlo.
Mamma mi urla dalla porta “Non sudareeee, vai pianoooo”. E le sue parole mi rimbombano nella testa mentre l’aria gelida colpisce dritta e pungente la mia gola.
Stop. Pigio sul contachilometri. Allenamento finito. Finalmente.
E’ sempre bello pedalare. Ma d’inverno sembra quasi più dura. L’aria si fa più densa e umida, il corpo deve lottare con la produzione e l’eliminazione del calore. Ma la temperatura esterna non favorisce il gioco. Anzi, lo rende più difficile.
E pedalare in inverno è spesso una lotta. Col freddo.
Scendo dalla bici e…no non è finita. Non è ancora il momento di abbassare la guardia.
Durante l’attività sportiva intensa e/o di lunga durata, si possono osservare effetti ormonali, in particolare l’aumento di cortisolo e di catecolamine.
Questo crea una situazione di stress. Stress immunologico, si chiama.
Questa situazione di stress immunologico, in cui le difese immunitarie si abbassano, può essere implementata anche in caso di esaurimento -o importante intaccamento- delle riserve di glicogeno.
L’aumento degli ormoni dello stress (cortisolo e catecolamine) unitamente alla depauperazione del glicogeno ed ai danni muscolari, induce l’organismo a liberare sostanze infiammatorie (citochine) e, altresì, ad aumentare la popolazione di globuli bianchi (macrofagi) nel sangue.
Cosi, dopo attività fisica intensa della durata di almeno 45 minuti, è possibile rilevare un aumento, fino a 6 volte i fisiologici livelli ematici, delle cellule killer naturali che, notoriamente, sono importanti per la profilassi delle infezioni virali e delle neoplasie.
Insomma, un vero e proprio caos. Un caos bellico immunitario lo definirei.
Tutto questo mentre io, ignara, sistemo la mia bici in garage e mi slaccio il casco e tento di liberarmi con forza -e scarsa grazia- dai miei copriscarpe. Esausta e ancora infreddolita.
La situazione immunitaria si normalizza circa 3 ore dopo l’allenamento.
Questo è il tempo sufficiente per una rapina immunitaria!
Un’attività fisica moderata e/o intensa, infatti, aumenta esponenzialmente il rischio di infezioni delle vie aeree. La stessa cosa succede quando ci si allena troppo, anche se non necessariamente al freddo.
L’ora post allenamento è quella cruciale. Quella dove il rischio di ammalarsi è elevatissimo, per abbassarsi poi nelle due ore successive.
E’ vietato abbassare la guardia. Il primo consiglio, pertanto, è quello di levarsi di dosso i vestiti freddi o inumiditi dall’aria e/o dal sudore e indossare abbigliamento caldo e asciutto.
A seguire, quanto prima, sempre meglio nella mezzora “magica” post allenamento, quella in cui l’organismo è maggiormente disponibilie, assumere 1 g di glutammina in polvere disciolta in acqua. Perché no in un thè caldo?! Tanto è insapore!
Cogli l’attimo.
Piccoli ma preziosi accorgimenti per sportivi outdoor!
Foto: Sam Javanrouh
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