Assimilazione degli zuccheri: ecco come cambia la chimica del cervello.
Alzi la mano chi non ha mai cercato con ansia un pezzettino di cioccolato dimenticato nella credenza della propria cucina, in preda a un desiderio quasi incontrollabile di dolce. L’idea della dipendenza da cibo è un argomento molto controverso tra gli scienziati, tanto da essere diventato da tempo un argomento di discussione. I ricercatori dell’Università di Aarhus (Danimarca) hanno approfondito questo argomento andando a vedere cosa succede nel cervello dei maiali quando bevono acqua zuccherata. Ok, si tratta di maiali e non di esseri umani, ma il meccanismo di azione potrebbe essere molto simile se non il medesimo in quanto – rispetto ai roditori – i maiali hanno un sistema cerebrale più simile a quello umano. La conclusione è chiara: lo zucchero influenza i circuiti di ricompensa del cervello in modo simile a quelli osservati quando si consumano droghe che creano dipendenza. I risultati sono stati da poco pubblicati sulla rivista Scientific Reports.
Assimilazione degli zuccheri: si tratta realmente di dipendenza?
Per capire se l’assimilazione degli zuccheri possa considerarsi realmente una dipendenza, andiamo nel dettaglio dello studio scientifico citato poco fa, che si basa su esperimenti condotti utilizzando sette suini che hanno ricevuto due litri di acqua di zucchero ogni giorno per un periodo di 12 giorni. Per mappare le conseguenze dell’assunzione di zucchero, i ricercatori hanno analizzato il cervello dei maiali all’inizio dell’esperimento, dopo il 1° e dopo il 12° giorno di somministrazione di zucchero. Il risultato? Dopo solo 12 giorni di assunzione di zucchero sono stati osservati importanti cambiamenti nei sistemi cerebrali di dopamina e oppioidi. In effetti, il sistema oppioide – che è quella parte della chimica del cervello associata al benessere e al piacere – era già stato attivato appena dopo la prima assunzione.
La ricompensa del piacere
Come accennato, dunque, il sistema oppioide (se stimolato) è responsabile di quella sensazione di ricompensa del piacere. Quando sperimentiamo qualcosa di piacevole, infatti, il cervello ci premia con un senso di godimento, felicità e benessere. Può accadere a seguito di stimoli naturali, come il sesso o la socializzazione, o dall’apprendimento di qualcosa di nuovo. Ma anche stimoli “artificiali”, come alcuni farmaci, dopo la cui assunzione vengono rilasciati sempre neurotrasmettitori come la dopamina e gli oppioidi.
Lo zucchero può cambiare il sistema di ricompensa del cervello
Se lo zucchero può cambiare il sistema di ricompensa del cervello dopo solo dodici giorni – come abbiamo visto nel caso dei maiali – si può facilmente immaginare come gli stimoli naturali quali l’apprendimento o l’interazione sociale vengano messi in secondo piano e sostituiti dallo zucchero o da altri stimoli artificiali. Siamo tutti alla ricerca di sostanze, eventi, situazioni capaci di stimolare dopamina. In altre parole piacere. Si potrebbe pensare, quindi, che la ricerca del piacere non è altro che un meccanismo fisiologico, cioè del tutto umano (o animale?). Si legge nello studio: “Se troviamo qualcosa che può attivare in misura maggiore questo meccanismo, allora è quello che scegliamo.”
Ma quanto zucchero possiamo concretamente assumere senza far “scattare l’allarme”? Il consiglio generale è quello di non superare i 7 cucchiaini in una giornata, considerando peraltro che molti alimenti che consumiamo contengono già di per sé, naturalmente o meno, saccarosio.
Bibliografia
Michael W. et al. Sucrose intake lowers μ-opioid and dopamine D2/3 receptor availability in porcine brain. Scientific Reports volume 9, article number: 16918, 2019.
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