Cellulite e sport
Quando si parla di cellulite si pensa ad una persona con la pelle delle cosce e del sedere a buccia d’arancia. La si immagina magari anche in sovrappeso -più o meno leggero- sicuramente pigra -e quindi sedentaria- e che ama la buona tavola, i dolci, il pane e i primi piatti.
I conti non tornano, invece, quando ci si accorge che anche le atlete, in alcuni casi, possono essere colpite dalla cellulite.
A volte, infatti, anche chi fa molto sport può soffrire di questo disturbo.
La cellulite è un’infiammazione del tessuto connettivo, cioè quello situato appena sotto la cute. Contiene sia molti adipociti (sono le cellule che contengono il grasso) ma anche vasi sanguigni e linfatici.
Per questo colpisce maggiormente le donne rispetto agli uomini: nelle cosce delle donne è contenuta, per natura, una maggior quota di adipociti.
In sostanza, nella cellulite si ha una ritenzione di liquidi che determina una difficoltà circolatoria locale, la quale a sua volta provoca un aumento del tessuto fibroso e una diminuzione di quello elastico. La circolazione peggiora causando un ulteriore produzione di tessuto fibroso.
Per questa ragione, per diminuire la cellulite è importante fare attività fisica aerobica come camminare, correre, nuotare, pedalare, fare sci di fondo, remare, ecc., poiché migliora la microcircolazione e favorisce la ri ossigenazione di tutti i tessuti eliminando i ristagni di liquidi.
Succede però che alcune discipline sportive e l’intensità con cui vengono effettuate favoriscono, al contrario, lo sviluppo della cellulite.
E’ il caso degli sport dove la posizione del gesto tecnico limita sia un’adeguata ossigenazione dei tessuti degli arti inferiori sia una difficoltà nel favorire il fisiologico ritorno venoso. E’ il caso, per esempio, del canottaggio, del ciclismo e della canoa.
La stessa cosa accade, ad esempio, a chi passa molte ore in posizione seduta e ancor di più a chi indossa indumenti stretti a livello delle cosce e della vita.
Nonostante queste atlete si allenino molto, con importanti carichi di allenamento, non è raro osservare sulle loro gambe questo disturbo.
Ma è anche il caso di chi corre, specialmente di chi corre ad alta intensità e/o per molti chilometri a seduta. I continui appoggi a terra del piede creano piccoli traumi a livello dei tessuti che, col tempo, tendono poi ad infiammarsi.
La medesima cosa può accadere alle pallavoliste per via della posizione isometrica in fase di ricezione che dei numerosi atterraggi in discesa dalle schiacciate e muri difensivi.
Al contrario il nuoto non favorisce la cellulite ma, anzi, in alcuni casi la riduce proprio per via del massaggio linfatico che la pressione dell’acqua effettua sulla cute e della posizione orizzontale del corpo in acqua che limita i ristagni di liquidi.
Ciò che conta, per tutti, ad ogni modo, è adottare un’alimentazione antinfiammatoria che significa:
* evitare di consumare in eccesso, cioè oltre il proprio fabbisogno, alimenti ricchi di zuccheri ed in particolare amido, poiché questo, legandosi al tessuto connettivo, lega a sua volta acqua, favorendo la ritenzione idrica; e anche di grassi cattivi “saturi” che hanno una capacità pro infiammatoria (li trovi ad esempio nelle carni, nei latticini e negli alimenti industriali).
* bere acqua e, quando ci sono molte carenze ad esempio attraverso un’abbondante sudorazione, assumere anche i sali minerali. Sì anche il sodio. Che è il minerale maggiormente concentrato nel sudore. E che va reintegrato. Le pubblicità a volte possono essere ingannevoli. Ci portano a credere che il sodio ingrassi o, come minimo, sia causa di una forte ritenzione idrica. Falso! Se vuoi saperne di più leggi Più sale in zucca
* bilancia i nutrienti: quando carboidrati-proteine-grassi sono assunti nei pasti e spuntini in equilibrio tra loro, l’alimentazione si trasforma in una medicina antinfiammatoria!
* mettici colore: tanta verdura colorata e un po’ di frutta, ma anche spezie e un quadratino di cioccolato super fondente. In una parola: antiossidanti. Sono il sistema immunitario dei vegetali, quando assunti dall’organismo umano hanno il potente effetto di frenare il fisiologico invecchiamento dell’organismo. E quindi anche dei tessuti, favorendo la loro salute.
* omega-3 a catena lunga: sono acidi grassi essenziale, cioè l’organismo non è in grado di produrli da sé e dobbiamo assumerli dagli alimenti. Persino per i pesci sono fondamentali che, a loro volta, li prendono dalle alghe. A volte l’alimentazione non è sufficiente, conviene integrarli. Già a 2,5 g di EPA+DHA hanno un ottimo potere antinfiammatorio, disinfiammando quindi i tessuti connettivi.
Tutto si può fare, basta non arrendersi!
BIBLIO:
– Arcelli E. “Voglio correre”. Ed. Sperling & Kupfer
– Fontana D. “Dimagrire di corsa”. Ed. Mondadori
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