Chi è un atleta ?
Non mi ero mai posta questa domanda, ma davanti alla riflessione di Asker Jeukendrup, non ho potuto che lasciarmi coinvolgere e leggere incuriosita il suo pensiero.
Quando ci si può considerare un atleta?
Recentemente ho postato una domanda su Twitter: Come possiamo definire un atleta? Questo ha provocato numerose risposte.
Alcuni hanno affermato che: Se non corri una maratona sotto le 3 ore, non sei un atleta. (bene, questo mi esclude da dall’essere atleta!). Qualcun altro ha suggerito che per essere un atleta bisogna correre una maratona sotto alle 2h 30′. Questo esclude la maggior parte dei maratoneti, a parte forse i primi 50 del mondo.
Sembra che alcune persone si sentano più forti quando vengono chiamate “atleta” a seconda delle loro prestazioni. Gli atleti, infatti, devono essere in grado di svolgere meglio di quanto la stragrande maggioranza delle persone riesce a fare.
Poi ci sono state altre risposte sulla falsariga di “ognuno è un atleta”.
Il leggendario allenatore dell’Università dell’Oregon, e co-fondatore Nike, Bill Bowerman ha detto: “Se si dispone di un corpo, sei un atleta”. Una citazione simile è stata data da George Sheehan, medico e autore noto per i suoi scritti sulla corsa negli anni ’70. Il suo libro di maggior successo è “Running & Being: L’esperienza totale”. Il Dr. Sheehan ha detto: “Ognuno è un atleta. L’unica differenza è che alcuni di noi sono allenati e alcuni non lo sono “. Gli atleti che hanno gareggiato alle Olimpiadi non hanno ottenuto quei risultati per caso. Sono arrivati lì con estrema dedizione e allenamento intenso. Con questo in mente la definizione di un atleta è unicamente dipendente solo da quanto lavoro è stato fatto, non dall’effettivo risultato raggiunto. Insomma, “atleta” non definisce la natura ma la quantità di allenamento.
L’origine della parola atleta deriva dalla parola latina Athleta ed è chiaramente legata ai giochi in cui gli atleti competevano per un premio (athlein). Quindi, inizialmente, se non eri in lizza per il premio non eri un atleta. La definizione si è evoluta e, anche se abbiamo molti più atleti nella società di oggi, non è sempre il premio che li definisce; ci sono, infatti, molti altri motivi per partecipare nello sport.
La definizione originale è probabilmente paragonabile a quello che oggi noi chiamiamo un “atleta d’elite” .
Essere un atleta significa che c’è un obiettivo, un desiderio di migliorare e la volontà di impegnarsi. Un atleta è qualcuno che affronta con serietà il suo sport. C’è un obiettivo finale che lo coinvolge a fare qualcosa di cui questa persona può essere orgogliosa. Questo potrebbe significare stabilire un record personale, anche se può essere molto lontano dal record del mondo. Potrebbe anche significare completare una certa distanza senza velleità di tempo. (…)
La definizione di un atleta dipende dal contesto e sembra essere negli occhi di chi guarda.
Inizialmente mi sono soffermata su questa riflessione. E ho tentato di dare la mia definizione di atleta.
Sentirsi un atleta ed essere un atleta sono due aspetti differenti ma, dopo tutto, mi domando se abbia davvero senso impegnarsi a dare una definizione di “atleta”.
Penso che, dopo tutto, chiunque possa essere un atleta.
Credo che alla fine, un atleta è chiunque agisce -sportivamente parlando- mosso da una passione, da un desiderio di raggiungere un traguardo, pubblico o personale, e per il quale lavora meticolosamente -che non vuol dire maniacalmente- curando l’allenamento, l’alimentazione ed il recupero. Senza lasciare nulla al caso.
Un atleta è chiunque si lasci conquistare da un obiettivo da raggiungere e scelga di raggiungerlo, lasciandosi invadere dalla passione e dal desiderio ardente di conquistarlo. E che, per questo si alza, agisce e si muove “ogni giorno”.
Mi chiedo se, dopo tutto, abbia senso soffermarsi a trovare una definizione di atleta.
Forse, se si desidera conquistare qualcosa, conviene iniziare ad essere un atleta. A pianificare una strategia per raggiungere la propria meta. Ciascuno nella propria persona e nella propria misura.
Credo che a volte le definizioni -e trovare necessariamente una definizione- non sia così prioritario e potrebbe creare confusione e allontanare dal reale contenuto.
Articolo A. Jeukendrup:
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