Come impostare il tapis roulant
Correre sul tapis roulant a volte è un obbligo, a volte è uno strumento di allenamento propedeutico.
Eh già perchè quando le temperature sono talmente rigide o pioggia e neve non danno tregua a tal punto da non riuscire a mettere naso fuori dalla porta, l’unica salvezza che ci resta è correre sul “tappeto rotante”.
Ma a volte, il “tappeto rotante” può anche essere un metodo di allenamento propedeutico alla corsa su strada: grazie all’impostazione della velocità della rotazione del nastro è possibile raggiungere un numero di appoggi a terra al minuto maggiore di quanto si potrebbe effettuare volontariamente sul terreno o in una pista di atletica. Questo permette di allenare i muscoli delle gambe ad un numero di contrazioni muscolari superiori a quanto il nostro corpo riuscirebbe a raggiungere correndo outdoor a causa del fattore limitante “resistenza dell’aria”. E non solo.
Che la scelta di corsa sul tapis roulant sia nolente o volente, ad ogni modo, affinché sia il più simile alla corsa outdoor è importante considerare alcuni parametri nella sua impostazione prima di premere “START”.
In uno studio di Andrew M. Jones, infatti, viene dimostrato che il costo della corsa effettuata sul treadmill è effettivamente pari alla corsa outdoor quando l’inclinazione del tappeto viene impostata a +1% rispetto al terreno (considerato come angolo 0).
Non solo, con inclinazione del tappeto a +1% rispetto all’inclinazione del pavimento, la corsa indoor simula nella maniera più reale la corsa outdoor quando la velocità del tappeto è compresa tra 10,5 km/h (2,92 m/s) e 18 km/h (5 m/s). A questa velocità e con l’inclinazione sopra indicata si riesce a simulare il costo energetico della corsa outdoor in cui il fattore limitate sembra essere la resistenza dell’aria che il corpo deve vincere per traslocare per avanti.
Il costo energetico della corsa, su un terreno piatto, infatti, è 0,8 kcal/kg/km, valore standard che però può variare a seconda della tecnica di corsa: un podista con una discreta tecnica, ovvero non perfetta ma nemmeno eccessivamente dispendiosa, spenderà 0,9 kcal/kg/km, mentre un podista con una tecnica assai dispendiosa spenderà energia maggiore fino a raggiungere la spesa di 1 kcal/kg/km.
Attenzione però: a causa dell’assenza dell’aria che investe il corpo dell’atleta, il corpo del corridore tende a riscaldarsi maggiormente, a parità di temperatura dell’ambiente. Nello studio pioneristico di A.M. Jones si è registrata una variazione fino a 8 battiti al minuto maggiore.
Questo significa che in assenza dell’aria che investe l’organismo e che può sottrarre calore al corpo, è importante favorire la termoregolazione dell’organismo utilizzando indumenti opportuni alla corsa indoor ma soprattutto favorendo la reidratazione al termine della seduta, cioè riconsegnando all’organismo acqua e minerali (sodio, cloro, potassio e magnesio) persi per via dell’importante sudorazione.
La mancanza di reidratazione dell’organismo, oltretutto, è il primo fattore che limita il recupero organico tra una seduta e l’altra.
BIBLIO:
Jones A.M. and Doust J.H. A 1% treadmill grade most accurately reflects the energetic cost of running. Journal of Sport Science, 14:4, 321-327, 1996.
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