Come prevenire gli infortuni nello sport
Gli infortuni sono comuni nello sportivo sia professionista che amatore che nel “guerriero del weekend”.
Ci sono infortuni da stress, ovvero quelli da trauma ripetuto che sono purtroppo frequenti nelle discipline cicliche come ad esempio la corsa, il ciclismo, il nuoto, il triathlon, lo sci di fondo. Ci sono poi infortuni da trauma diretto e indiretto, come ad esempio uno scontro tra giocatori di calcio o pallacanestro, cadute in bici, cattivi appoggi in fase di atterraggio da un salto come nel pattinaggio artistico, nella ginnastica, nella pallavolo, per fare solo alcuni esempi.
Ciò che accomuna in primo luogo questi infortuni – oltre ovviamente all’arrabbiatura nel soggetto che li subisce- è l’infiammazione locale, caratterizzata da dolore, gonfiore, arrossamento e calore della parte interessata nel trauma.
Il ghiaccio può essere un primo e buon intervento ma -a volte- può limitare la guarigione. Il medesimo discorso vale per i farmaci antinfiammatori che, se in un primo momento possono ridurre l’infiammazione, oltre che alleviare il dolore, se assunti con costanza e/o per un lungo periodo posso essere addirittura dannosi alla salute e controproducenti alla guarigione poiché limitano la percezione del dolore -e quindi dell’infiammazione- e aumentano il rischio di stress gastrointestinali.
E quindi com’è possibile prevenire e favorire la fase di risoluzione dell’infortunio?!
Devi sapere che il processo di guarigione delle infiammazione -e quindi degli infortuni- è regolato dai grassi.
Dai grassi?!
Eh già, proprio da loro, e nello specifico dagli acidi grassi omega-3 e omega-6.
Per prevenire le infiammazioni da stress e facilitare la guarigione, questi due grassi devono essere presenti in quantità significative nell’organismo per prevenire il trauma -quando possibile- e favorirne la guarigione quando avvenuto.
In uno studio di Morten Bryhn, infatti, si evidenzia che l’infortunio si risolve prima del previsto negli atleti che nel loro organismo hanno un’elevata concentrazione di omega-3.
Ma attenzione.
Ai fini della risoluzione dell’infiammazione infatti questi due acidi grassi devono essere in equilibrio tra loro: un scarso apporto di omega-3 e/o un eccessivo apporto di omega-6 frena la guarigione e, anzi, in alcuni casi, favorisce l’insorgenza dell’infiammazione, aumentando così il rischio che avvenga un infortunio.
Ciò è rilevante specialmente per l’assunzione di omega-3 -in particolare di origine marina- che nella popolazione media -e anche negli sportivi- è ridotta, sia per scarsa assunzione di alimenti che lo contengono, come il pesce e alcuni tipi di alghe, sia per un eccesso di assunzione di fonti di omega-6 -come il mais, i semi di lino e di girasole (e gli olii che da questi semi estraggono).
In alcuni traumi, inoltre, ci può essere anche un più o meno lieve danno cerebrale. Mi riferisco ad esempio al pugile il cui cervello subisce contraccolpi continui sulla parete interna del cranio che portano microtraumi o al ciclista, di strada o MTB o pista che cade o ancora dello sciatore che vola fuori pista.
Continui microtraumi cerebrali potrebbero anche causare difetti mentali successivi, a lungo termine che si potrebbero presentare anche a carriera sportiva conclusa. Gli acidi grassi omega-3, in particolare l’acido docosaesaenoico (DHA), possono facilitare la guarigione dopo un trauma cerebrale, favorendo la rigenerazione dei tessuti.
Il cervello, infatti, è per un suo terzo composto da omega-3. E l’organismo non è in grado di produrli da solo. Per questo vengono definiti “essenziali” che significa che sono talmente importanti da dover essere assunti dall’alimentazione o dall’integrazione quando la prima non riesce a offrire le quantità indispensabili o non inquinate.
E’ curioso pensare che il medesimo discorso è valido per i “nuotatori” pesci i quali lo assumono dalle alghe.
In altre parole, l’omega-3 da fonte marina è davvero essenziale, in tutti i sensi, da non poterne fare a meno. Anche nella prevenzione dell’infortunio.
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