Come recuperare efficacemente
Ci sono dei bocconi da mandar giù che alle volte possono risultare amari.
Il sapore di una sconfitta, dopo tutto, non è mai dolce al palato. E ci vuole tempo per metabolizzare.
E in questo tempo capisci tante cose. Capisci che i muscoli e la testa vivono dello stesso carburante. E che se entrambe pretendono molto, rimane poco da spartire e risulta impossibile soddisfare le richieste di entrambe.
Capisci che se una domenica vinci un match 6 a 0 non è detto che anche le domeniche successive la buona sorte -e l’energia- siano dalla tua.
Sì 6 a 0. Sei come le salite del percorso medio della Maratona dles Dolomites. Sei come le meraviglie delle Dolomiti. Quelle dove gli occhi son talmente sazi che le gambe sono cariche e vanno a tutta senza percepire la fatica.
Ti senti un leone e…chi ti ammazza più?!
La domenica successiva ti ritrovi in un altro duello. Tu e un triathlon olimpico. La domenica successiva in un altro ancora.
Ma qualcosa va storto. Sempre più storto. Anche se non ci vuoi dare ascolto.
Le gambe non rispondono e fanno male. Anche mentre dormi. Certo, manca la bellezza delle Dolomiti a far loro da motore.
Allora fingi di non ascoltarle. E speri.
Fino a che sono loro ad arrabbiarsi, quasi a ribellarsi. E ti obbligano ad incassare prima una brutta gara che vorresti presto dimenticare e poi un ritiro.
E allora sei obbligato a fermarti. Ad accettare di prendere il tempo che ti viene chiesto dal tuo corpo. E ad ascoltarti. Con sincerità e pazienza.
E ti accorgi che in effetti dappertutto non puoi arrivare. Tutto non si può fare.
Ti accorgi che anche il tuo corpo deve essere messo in ricarica quando lo schermo segna low battery. Come il tuo orologio.
Il recupero è la chiave di ogni successo. E spesso lo dimentichiamo.
Anch’io lo dimentico. E dunque predico bene e razzolo male.
Il recupero è l’ingrediente più difficile da dosare. Ed è la componente della preparazione sempre più trascurata dagli atleti.
Un pò come lo zucchero nelle torte.
Il recupero non è il tempo passato seduti in ufficio tra un allenamento e l’altro a tutta intensità. O tra una faccenda e l’altra. Dove i muscoli rallentano ma la mente è al massimo della sua prestazione.
Il recupero dev’essere inteso come il riposo, fisico e mentale. Come un’alimentazione attenta – ma non troppo. Come un’adeguata quantità di sonno -specie notturno.
Fosse facile sarebbe un gioco da ragazzi. Ma la difficoltà, spesso, non sta nell’allenarsi, nel trovare il tempo per, quanto nell’arte di dosare allenamento e recupero. Zucchero e farina.
C’è chi colora il calendario dedicando un colore ad ogni sensazione precepita in allenamento, per facilitare l’arte del recupero.
Giallo = mi sentivo forte e oggi avrei potuto fare di più.
Arancione = ho fatto fatica, ma dopo tutto non troppa.
Rosso = ho strisciato…per finire.
Potrebbe essere una strategia per controllare meglio la forma fisica e il livello di batteria. Why not?!
Intanto, in questa fase di recupero -obbligato-, mi armo di pennarelli e ci rifletto (ma non troppo!!).
Ciò che è certo è che il prossimo risultato sarà frutto del recupero!
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