Con dolcezza
Pausa caffè.
Il barista mi sposta sotto agli occhi il contenitore dei dolcificanti.
Zucchero bianco. Zucchero di canna. Fruttosio. Miele.
Ho un pò di confusione. Capita anche a te?
Elegante la bustina dello zucchero bianco. Candida come la granella dolce in esso contenuta. Il saccarosio, comunemente chiamato zucchero bianco o da cucina, è un estratto della barbabietola. La raffinazione lo priva delle sue componenti vitaminiche e minerali oltre che di altre sostanze. Lo zucchero da cucina non è altro che l’unione, a livello chimico, di glucosio -uno zucchero a rapido assorbimento- e fruttosio – uno zucchero a più lento rilascio.
Attenzione: è il primo responsabile delle carie dentali. Da evitare o assumere in piccole quantità.
Avanti il prossimo.
Lozucchero di canna integrale si ottiene dalla canna da zucchero senza alcuna raffinazione. E’ dal colore scuro grazie alla presenza di melassa e leggermente umido. E’ ricco di potassio e magnesio. Nonostante abbia la medesima composizione chimica del saccarosio (glucosio + fruttosio) viene assorbito più lentamente per la presenza di un tipo di fibra -non assimilabile dall’organismo.
Anch’esso da consumare con cognizione di causa.
E il fruttosio? E’ lo zucchero contenuto nella frutta e nel miele. Si presenta in granella bianca come il comune zucchero da cucina ma è leggermente più umido rispetto ad esso. E al sapore? E al sapore è più dolce a parità di porzione assaggiata. Per questo è sufficiente una minor quantità per dolcificare caffè e preparati per torte. Viene assorbito più lentamente rispetto ad altri dolcificanti: un vantaggio. Per questo è tra gli zuccheri più gettonati anche negli integratori sportivi per garantire energia a lento rilascio.
Senza dubbio è la miglior scelta rispetto ai dolcificanti sopra citati ma anche nel suo caso non bisogna abusarne: secondo gli ultimi studi scientifici, un alto consumo di frutta abbinato ad un largo utilizzo del fruttosio come sostanza dolcificante potrebbe esser causa di una produzione eccessiva di trigliceridi nel sangue. Evento non del tutto vantaggioso. Si è pertanto stabilito un consumo quotidiano massimo di fruttosio pari a 40 g: una quantità contenuta in 4 frutti grandi.
Ah, poi c’è il miele. Il dolcificante che tutti noi conosciamo sin da bambini.
Il miele è anch’esso un dolcificante naturale, forse più dei precedenti, in quanto sono minori i suoi processi meccanici di estrazione. Contiene invisibili granuli di polline che, a seconda della pianta di cui sono caratteristici, determinano differenti sapori e proprietà. Il miele, infatti, è un ricostituente naturale: lenitivo per la gola infiammata, digestivo, antibatterico, cicatrizzante. E’ ricco di vitamine, sali minerali ed enzimi. E’ costituito prevalentemente da glucosio e fruttosio in percentuali diverse: tale rapporto è molto importante poiché, ad un elevata concentrazione in glucosio corrisponde un’alta tendenza alla cristallizzazione e una maggior facilità di digestione.
Il miele è senza dubbio un’ottima scelta come sostanza dolcificante anche se il suo sapor può alterare il gusto di alcuni alimenti. Da preferire in questi casi il fruttosio puro.
Anche del miele non bisogna abusarne: è uno zucchero a rapido assorbimento. E per questo va consumato in piccole quantità. Anche nella colazione degli atleti è bene non eccedere.
La miglior scelta? Senza dubbio sono da preferire il fruttosio ed il miele grazie al loro più lento rilascio energetico anche se sono ammessi saccarosio e zucchero integrale, sempre in piccole quantità.
L’abitudine a dolcificare è una pratica moderna. E questo alle volte ci porta a modificare il sapore degli alimenti e a ricercare cibi sempre più dolci e…saccarini!
E se ogni tanto provassimo nelle nostre abitudini quotidiane a ritornare alla naturalezza ? Con dolcezza, s’intende…!
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