Cronaca -in bianco e nero- di un triathlon olimpico
Predico bene e razzolo male. Me la suono e me la canto.
Klagenfurt 51.50
La crisi arriva anche per me. Entra senza chiedere il permesso. Prepotente e arrogante.
Una frazione di nuoto infinita. Con un fondale tutto in bianco e nero -almeno colorassero un pò i pesci!
Finalmente l’ultima boa gialla, viro a destra, 50 metri e si esce. Evvai.
Ma la corsa in transizione verso la mia bici non è come spero e già sento le gambe ed il fiato che mi tradiscono.
La muta tarda a scivolare via dal mio corpo. Come la pelle di un anfibio. A fine stagione.
Casco in testa ben allacciato, numero in vita e via in bici.
I primi colpi di pedale sono fangosi. Ma ho fiducia. E’ sempre così.
Cerco armonia e un equilibrio. Ma sembra non vogliano arrivare.
Lo stomaco brucia e le gambe ancor più.
Bevo qualche sorso della mia bevanda isotonica. 50 g di maltodestrine + 20 g fruttosio + un pizzico di sale sciolti in 500 ml d’acqua.
Ma le sensazioni continuano a non essere buone. Finalmente finisce la salita. La strada spiana. Mi appoggio sulle prolunghe.
Fine del primo giro, inizio del secondo. Bypasso il rifornimento. Continuo a guardare il gel fissato sulla bici ma…il mio stomaco fa orecchie da mercante. Proprio non gli va. Ma non posso fare l’errore di non prendere l’energetico. La frazione di corsa mi farebbe pagare questa scelta.
E allora abbasso un pò il ritmo. Mi concentro. Strappo il gel. Lo tengo tra i denti. Due curve. E giù. Quel sapore dolciastro che ti rende la gara un pò più a colori.
“Testa in barca”. Penso a fare il mio percorso. Concentrata e con passo costante.
Step by step. E anche la bici finisce.
Fare la conta mi rende sempre tutto più semplice e meno pesante. Anche nella vita.
Entro in zona cambio. E via di corsa. Finalmente la mia frazione preferita -e non solo perchè è l’ultima.
Penso -e ripenso- alla gestione energetica pre gara e in gara. Tutto come da manuale Sporteat.
Eppure c’è qualcosa che non ha funzionato.
Mi fermo. Penso. Sospiro.
E’ chiaro. La settimana pre gara non è stata propriamente al risparmio: tanti pensieri e altrettanti impegni che, se pur col sorriso, mi hanno sottrato tante energie. Come topini affamati che s’intrufolano nelle cucine in tempi di carestia.
E il mio sonno ne ha risentito. Poco e di scarsa qualità.
La lezione l’ho imparata. E pure pagata.
La gestione della gara inizia una settimana prima.
Gestisci lo stress. Dormi adeguatamente. E alimentati saggiamente.
E’ proprio vero: il recupero ti allena. Ora non devo scordarlo!
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