Essere fuori forma

Posted by Elena Casiraghi 15 Dicembre 2014 0 Comment 7083 views

start again

Corro e avverto la pesantezza del mio fisico. Delle mie gambe e del mio sedere in particolare.

Avverto una sensazione di disagio. Dopo questo lungo periodo di riposo. E tristemente penso a quanto rapidamente l’organismo si adatti. All’allenamento ma anche all’assenza di stimoli.

L’adattamento agli stimoli, dopotutto, è la ratio dell’allenamento.

Penso quindi a questa straordinaria capacità dell’organismo di adattarsi continuamente e che gelosamente custodiamo da generazioni nel nostro DNA. Da secoli, da millenni.

E dopo tutto -lo confesso- mi devo ricredere. Anche esser fuori forma non è così brutto.

Essere fuori forma, io credo, è una grande opportunità.

E’ la possibilità di ricominciare da capo e in ogni inizio c’è qualcosa di magico e meraviglioso, di speciale, di straordinario. Essere fuori forma è un modo diverso di guardare al mondo. Dentro a ogni piccolo passo, dentro a ogni progresso c’è un piccolo successo, un mondo che si rivela, un viaggio. E’ fantastico. E’ stato fantastico. Non è la conquista del mondo quello di cui siamo alla ricerca, ma la riconquista di noi stessi. Non conta quanto si corre o si pedala veloce. Non conta il grado che fai. Non conta il tempo che hai sulla maratona.

Conta quella sensazione di poter fare sempre un po’ di più, ogni giorno di più, ogni volta un pezzettino di più, sempre meglio. Conta quell’istante in cui stai per dire basta e invece, non sai neanche il perché, un bel giorno tieni duro e insisti. Riesci. Stai lì. Galleggi nel disagio fisico e nella fatica, nella sofferenza fisica e finisci per non sentire più niente, riesci a sopportare. Resisti. Vuoi capire cosa c’è dopo, oltre.

Quello è il momento in cui stai patendo ma quella sofferenza che si chiama fatica si trasforma in gioia e intorno a te si aprono delle porte che prima non vedevi neanche o forse non c’erano, compaiono e tu le apri e ci entri dentro e entri in un’altra dimensione, passi a un livello successivo. C’è un’altro te e un altro mondo oltre quelle porte, da qualche parte e ti vai a cercare e a riprendere.

Il tempo tra un allenamento e un’altro, quello in cui hai un po’ male alle gambe o ai muscoli o alle ossa e sei in attesa della prossima volta, del prossimo momento in cui potrai essere nuovamente da solo con te stesso, diventa importante. Sacro. La cosa più importante di tutte. Quella che ti fa crescere. Non è più un’attesa o un tempo morto, quello tra un allenamento e un altro.

E’ un intervallo. Un momento di attesa e di rielaborazione. Speciale.

Quando sei fuori forma non lo sai nemmeno più dove puoi arrivare, quali sono i confini del tuo essere. Te ne sei dimenticato e il tuo corpo budinoso e flaccido e la tua mente e a volte anche quelli che hai intorno ti suggeriscono di andare avanti così, di adeguarti, che va bene lo stesso. Ti dicono di mollare, di non insistere, di non sforzarti. Che tanto è lo stesso. Alla tua età, poi.

Alla tua età un cazzo. Allenarsi è il modo migliore che conosco per ricordare. Ricordarmi di me.

Dice l’Emilio. Che di Ironman, vette e chilometri a piedi e sugli sci -e di fuori forma- ne ha visti -e fatti- innumerevoli.

L’Emilio che mi ricorda -con una fotografia e un racconto- che dopo ogni cima c’è un fuori forma e una nuova stagione da programmare.

E via.

Dedicato a tutti quelli che oggi, a fine corsa, hanno delicatamente appoggiato il loro stanco lato B alla sedia, acceso il pc e pianificato la stagione a venire. Calendario alla mano.

Riprenderemo una forma. Riprenderemo un traguardo. Ne progetteremo un altro.

Perchè in fondo We’re gonna have a funky good time! Cantava James Brown.

 

Fonte:

http://emilioprevitali.blogspot.it/2014/10/quando-sei-fuori-forma.html

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