Ironman. E i suoi 84 giorni

Posted by Elena Casiraghi 2 Luglio 2014 0 Comment 4635 views

ironman pescara

Predire l’esito di una gara è un compito delicato, a volte anche scaramantico.

Ci vuole esperienza. Ci vuole occhio. Ci vogliono metodo e studio. Ci vuole poi anche un pizzico di intuizione. E fortuna q.b.

Più la competizione è breve, minore è il margine di rischio. Ma più la durata della competizione cresce, più le variabili aumentano.

E se la competizione in causa è l’Ironamn allora, forse, è saggio non azzardare.

E affidarsi alle teorie della metodologia dell’allenamento.

La teoria degli 84 giorni” (Hitting 84 days), si chiama.

Ciascuno di noi ha un giorno critico. Qualcuno anche di più.

L’Ironman ne ha 84. Che tradotto in settimane fanno 12.

Ebbene sì.

Secondo alcuni studi, infatti, per raggiungere la miglior prestazione possibile nelle distanze di ultraendurance, come l’Ironman, è bene che ogni cosa, negli 84 giorni che precedono la partenza, fili liscio.

La tua alimentazione dev’essere perfetta. O quasi. Come il tuo stato di salute.

Ma non solo.

Anche il cosiddetto periodo di allenamento delle ultime 12 settimane -che comprende il periodo di costruzione ed il periodo di qualità deve esser svolto in maniera lineare e costante. Senza interruzioni. Senza imprevisti. Senza malattie, influenze, infortuni e sintomi da sovrallenamento.

Ognuna di queste complicazioni aumenterà il rischio di avere successo.

Ma attenzione: non servono grandi allenamenti in questo periodo. E forse ciò puoi aiutarti quando non puoi essere un atleta professionista, ma devi altresì occuparti del lavoro e della famiglia.

Il trucco è la moderazione, la spesa sapiente dell’energia. E il riposo. In quantità adeguata. Perchè anche quello ti allena.

E una volta entrato in questi ottantaquatrogiorni, chiudi bene la porta. E ascolta il tuo corpo.

Non sottovalutare ogni segnale. Anche la stanchezza eccessiva e persistente può essere un buon metro di misura per tarare al meglio le tue energie e prevenire gli imprevisti. Ascoltala.

Non si tratta di pigrizia: il carico di allenamento potrebbe non esser adeugato, in questo caso. Oppure ci potrebbero esser delle carenze nutrizionali.

Ogni cosa dev’essere perfetta.

Ma sappi anche che ogni cosa non potrà esser perfetta, poiché l’Ironman è un romanzo. E come in ogni romanzo ci sono infinite variabili. In 8 ore di gara un imprevisto accade: devi solo esser pronto a gestirlo. E se non pensi almeno due volte al ritiro, non hai fatto un ironman”.

E se lo dice Daniel Fontana, non mi resta che crederci.

Il miglior andamento di queste 12 settimane, ti permetterà quindi di gestire con la miglior abilità le crisi in gara: questo aumenterà la possibilità di successo.

Daniel Fontana

 

 

 

 

 

 

 

 

BIBLIO:

– Joe Friel “Triathlon Science” ed. Velo Press, 2012

– Daniel Fontana “Dimagrire di corsa! ed. Mondadori, 2014

FOTO:

Franco Fasciolo

 

 

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