L’allenamento: un cantiere aperto
L’allenamento rappresenta il cantiere nel quale si costruisce la prestazione.
Il termine “prestazione” non è qualcosa che ha a che vedere solo con atleti di alto livello, ma è qualcosa che ci riguarda da vicino, comune alle nostre aspettative, ai nostri sogni.
Nel cantiere dove si costruisce la prestazione si utilizzano tre strumenti principali:
1. la durata;
2. l’intensità;
3. il recupero.
Quando usciamo per una corsa, una pedalata o andiamo a nuotare, se la nostra sessione di lavoro è mirata a un miglioramento delle nostre caratteristiche, ci vengono spontanee alcune domande: che tipo di lavoro farò? Lungo, corto, a intervalli… A che velocità? …
È da queste domande, alle quali avremo dato risposta ben prima di indossare maglietta e scarpette, costume o metterci in sella, che nasce la sessione di allenamento.
Scalini da salire (e da scendere)
La programmazione che ci conduce per mano alla prestazione oggetto dei nostri sogni, sia essa una maratona, un triathlon sprint, olimpico o una gara sui diecimila, ama salire le scale. Bisogna sottolineare che le scale della programmazione non hanno i gradini tutti uguali: alcuni sono più lunghi e dolci, altri più corti e ripidi, altri più alti e, udite udite, alcuni sono in discesa, sono proprio quelli del recupero tra le ripetizioni, le sedute di allenamento o i periodi.
Durante un lavoro lungo non abbiamo bisogno di tempi di recupero, ma attenzione, il concetto del recupero appare quando studieremo il lasso di tempo ottimale per passare all’allenamento successivo.
In rete o con altri mezzi, troviamo un’immensità di tabelle prefabbricate, ma il miglior programmatore del nostro allenamento siamo proprio noi, coadiuvati dall’aiuto di un tecnico che ci possa indirizzare e consigliare sulla scorta di dati e sensazioni personali.
Un lavoro lungo, in genere, prevede un’intensità bassa senza pause durante il suo svolgimento ed è inteso a migliorare la resistenza in tutte le sue caratteristiche. Ma è chiaro che, dopo un certo periodo, il nostro fisico ci chiama a qualcosa di più (non vuole annoiarsi), vuole maggiore intensità. A questo punto potremmo ripetere il lavoro lungo a velocità maggiore, ma … dopo un po’ … “une pause s’impose”: ecco apparire il tema del recupero. Stabilire il giusto recupero durante le ripetute in allenamento o tra gli allenamenti è realmente la chiave del successo della prestazione. Il segreto per centrare il giusto tempo di recupero è rappresentato da due piccoli oggetti: un cronometro, un cardiofrequenzimetro, ma soprattutto… dalle sensazioni personali.
Tempi, intensità e recuperi
Siamo partiti da un lavoro lungo, successivamente l’abbiamo suddiviso in tante parti percorse a un’intensità maggiore, ma intervallate da pause. Giocando sui tempi, le intensità e i recuperi, costruiremo l’allenamento con questi tre mezzi. Il successo sarà, dopo un determinato periodo di allenamento, quello di ricomporre gli intervalli fino a percorrere tutto il tratto iniziale a velocità superiore. Non dovremo stupirci, è quella meravigliosa macchina del nostro corpo che si è adattata ai ritmi che gli abbiamo proposto.
Questo successo si chiama proprio “adattamento” ed è il veicolo che ci conduce al nostro sogno: la prestazione.
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