Una buona notizia: il sistema immunitario può essere allenato
Si parla tanto di Covid-19 e di difese immunitarie. Ma si dice ancora troppo poco su come potenziare le naturali difese del nostro organismo, favorire la risoluzione dall’infezione da questo virus e, soprattutto, come riparare i tessuti danneggiati.
Perché purtroppo è cosi: le complicanze legate a infezione da Covid-19 possono lasciare alcuni strascichi danneggiando le cellule di diversi tessuti. Oggi la scienza ha maggiori conferme rispetto alla prima ondata della scorsa primavera e mette sul tavolo gli strumenti utili da adottare.
A spiegarci come fare sono ancora una volta due grandi scienziati, il Dr. Barry Sears dagli Stati Uniti, Ph.D., Presidente dell’Inflammation Research Foundation, e il Prof. Giovanni Scapagnini, medico e neuroscienziato, Professore Ordinario di Nutrizione Clinica presso il Dipartimento di Medicina e Scienze della Salute, all’Università degli Studi del Molise, in occasione del webinar sull’immunonutrizione organizzato dall’Inflammation Research Foundation e da Zone Academy nella giornata di domenica 22 novembre (e in replica mercoledì 25 novembre).
L’aiuto arriva dalle 3R
Alla base dell’infezione da Covid-19 c’è una patologia di carattere infiammatorio. Per questo motivo è indispensabile conoscere la biologia dell’infiammazione per imparare a contenerla e risolverla.
Per farlo ci vengono in aiuto 3 R: ridurre, risolvere e riparare. 3 stadi – quelli dell’infiammazione – che portano con sé la soluzione.
Dentro di noi esiste una certa dose di infiammazione. È così per natura. Il problema è che più si alzano i valori di infiammazione minore è la capacità dell’organismo di frenare gli attacchi dei patogeni, cioè virus e batteri. L’infiammazione pertanto deve essere mantenuta entro certi livelli ottimali, né troppa, né troppo poca. In questa maniera l’organismo saprà difendersi e in caso di infezione sarà in grado di attivare un’efficace risposta risolutiva. Di risolvere cioè l’infezione, per dirla come si mangia. E visto che l’alimentazione influenza l’infiammazione risulta indispensabile controllare questo fuoco bilanciando i nutrienti. In altre parole adottando una strategia nutrizionale antinfiammatoria come la Zona.
Il gioco di squadra che porta al benessere
La missione della Zona è quella di gestire, controllandola, la nostra infiammazione cosiddetta silente per mantenerla appunto in una zona ottimale. A potenziare i suoi benefici ci sono poi i grassi omega 3 che peraltro allenano l’organismo a risolvere l’infiammazione qualora questa uscisse dalla “zona di controllo”. E non è tutto. Sappiamo ormai infatti che ogni infiammazione danneggia le cellule alterando cosi lo stato di benessere e velocizzando l’invecchiamento. Arrivano a questo punto a scatenare un ulteriore supporto i polifenoli che attivano quello che si chiama “l’enzima della vita”, anche detto per gli amici “l’enzima della longevità”, mentre tra i biochimici è chiamato AMPk (AMP chinasi). Un enzima in grado di riparare. Ma non è tutto. Esso ha il potere inoltre di potenziare gli effetti dei vaccini. Il fatto è che in natura esistono più di 8000 polifenoli. E solo una parte di questi è in grado di attivare l’AMPk. Si parla quindi di polifenoli idrosolubili, ovvero quello in grado di oltrepassare la barriera intestinale e penetrate cosi nell’organismo. Tra questi le antocianine dei frutti di bosco (maqui) e delle arance rosse.
Una strategia quella tra Zona, omega 3 e polifenoli che rivela tutto il suo potenziale nella sinergia tra ogni singolo protagonista. Solo così sarà possibile ristabilire il benessere.
Gestire lo stress quotidiano? Ecco come
Un benessere che passa anche attraverso la gestione dello stress quotidiano. Perché si sa: lo stress cronico uccide ed è nemico del sistema immunitario. Al crescere del primo diminuisce l’efficacia del secondo, ricorda Giovanni Scapagnini. Allora bisogna adoperarsi per allenare il sistema immunitario e ridurre lo stress quotidiano. Come? La risposta è presto detta: meditazione ed esercizio fisico costante e a intensità moderata. E c’è di più. La natura ci viene in supporto offrendoci i suoi composti fitoterapici, sostanze naturali del mondo vegetale conosciute ormai da secoli utili ad aumentare la nostra resistenza fisica e mentale. Tra questi Scapagnini ricorda il ginseng, la rodiola rosea e la curcuma. Ma prima tra tutti la Withania Somnsifera, meglio conosciuta come Ashwagandha. Essa è nota sin dai tempi antichi nella medicina Ayurvedica per il suo impatto positivo sull’energia mentale, sulla riduzione dell’ansia e sul potenziamento delle naturali difese dell’organismo a tal punto che si rivela un prezioso supporto nella prevenzione del rischio di sviluppo di malattie autoimmuni.
I betaglucani e le vitamine amiche del sistema immunitario
E, infine, a supportare la nostra immunità ci sono loro: i betaglucani. Già noti da tempo per il loro benefici sul metabolismo degli zuccheri. Ma sono solo quelli cosiddetti “fruttini” ad avere questo specifico beneficio. Quelli invece saccaromiceti, cioè derivanti da funghi e lievito, hanno la capacità di agire sul sistema immunitario svelando un elevato potenziale nella difesa da batteri e virus in particolare in difesa delle alte vie respiratorie.
E per concludere non potevano mancare loro, le vitamine. Tutte infatti sono importanti nel mantenere allenato il sistema immunitario, ma due in particolare giocano un ruolo strategico: la vitamina C e la vitamina D. La C è utile per allenare l’immunità innata, oltre ad essere in grado di ridurre i sintomi associati al raffreddore velocizzandone la sua risoluzione. La D agisce come un ormone poiché comunica coi geni legati al sistema immunitario fino ad agire sul tessuto polmonare regolandone l’infiammazione. Sembra infatti esserci una stretta correlazione tra i livelli di vitamina D e l’infezione da SARS COV-2, come ben descritto in uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Jama.
La buona notizia quindi è che il sistema immunitario si può allenare. E oggi sappiamo di più sui suoi personal trainer che la natura ci mette a disposizione.
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